Siamo stanchi di smentire certa stampa. Crediamo che un vero cambiamento avverrà solo smettendo di dare credito a questa becera propaganda, sviluppando un senso critico. Specifichiamo che c’è un costante lavoro di moderazione sulle chat ma qualcosa può sfuggire. In una chat di oltre 4000 persone, con una buona dose di disonestà intellettuale e riportando solo due o tre messaggi tra le centinaia, si può arrivare persino a far credere che gli studenti stiano invocando gli hacker. La “giornalista” riportasse piuttosto che da mesi gli studenti organizzano lezioni libere all’aperto, portando l’università fuori da quelle mura militarizzate dove l’hanno rinchiusa. La nostra prima arma è la cultura, non fantomatici hacker russi. Noi “rivoluzionari”, come simpaticamente messo tra virgolette nel titolo, invitiamo la “giornalista” a cercare sul dizionario la definizione di “etica professionale”, e a condividerla con i colleghi di Repubblica, del corriere, dell’huffington post, di open, e di quanti esercitano un mestiere nobile in maniera ignobile, con la speranza e l’intenzione di non dover più commentare “articoli” del genere.

Parola d’ordine DISOBBEDISCO
Grazie di esserci ragazzi!!
Forza ragazzi, siete una speranza per questo paese a rischio deriva autoritaria.