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COMUNICATO STUDENTI CONTRO IL GREEN PASS MILANO SULLA GUERRA IN UCRAINA

COMUNICATO STUDENTI CONTRO IL GREEN PASS MILANO SULLA GUERRA IN UCRAINA

“La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi.” (Clausewitz)

Quanto sta avvenendo in Ucraina, pur in qualche modo prevedibile, è impressionante ai nostri occhi di europei abituati a vedere le guerre solamente nei film o al tg in luoghi per noi lontani e che meritano commenti di compassione o di affermazione della nostra superiorità occidentale ma che non mettono in dubbio la sacralità del suolo europeo che non ospita guerre dalla fine della seconda guerra mondiale, se si eccettua il conflitto nei Balcani degli anni ’90. Ci ha gettati nello sconforto ma ci ha anche spinti a chiederci le cause immediate della guerra ovvero i pretesti e le cause remote ovvero le cause profonde e strutturali del conflitto, distinzione che già Tucidide descrivendo il conflitto del V a.C. fra Sparta e Atene.

La guerra in Ucraina

L’espansione ingerente a est della Nato, North Atlantic Treaty Organization o meglio strumento di egemonia geopolitica degli Stati Uniti D’America, avvenuta dal crollo nel 1991 dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ha portato tensioni, destabilizzazione e scontri nei paesi a ridosso della Federazione Russa. In particolare, in Ucraina, esiste una guerra civile, ma da otto anni e non da otto giorni, come proclamano i nostri media. A seguito del movimento europeista “Euromaidan” e degli scontri civili del 2014, è stato installato un governo filo-Nato sostenuto da gruppi paramilitari neonazisti come Pravy Sektor e il Battaglione Azov. Nello frattempo, come reazione ad “Euromaidan”, le popolazioni del Donbass, luogo di confine fra l’Ucraina orientale e la Russia, hanno autoproclamato la loro indipendenza dallo stato ucraino, creando le due repubbliche autonome di Donetsk e Lugansk. In questo contesto si sono verificati veri e propri massacri di rappresaglia, come la strage di Odessa, dove oltre cinquanta persone, fra cui molti sindacalisti ed attivisti, per sottolineare quali siano alcuni dei nemici dell’Ucraina filo-Nato e nazionalista, sono state uccise e bruciate vive dentro la Casa dei Sindacati da parte delle milizie neonaziste appena citate. Strage per la quale non vi sono mai state inchieste, né in Ucraina né sul piano europeo e che il governo ucraino ha sempre coperto e giustificato come un fatale incidente. Negli ultimi mesi la situazione nell’est del paese si è inasprita a causa del dispiegamento di truppe e armamenti sempre più ingenti e all’incremento dei bombardamenti nel Donbass da parte dell’esercito ucraino. Questa escalation che la diplomazia tra le potenze non ha in alcun modo cercato di arrestare sviscerando la tematica delle garanzie di sicurezza, ha infine condotto prima al riconoscimento ufficiale dell’indipendenza delle due repubbliche da parte della Russia ed è in seguito sfociata negli eventi ormai noti alla cronaca. Quindi possiamo con serenità affermare che la responsabilità militare dell’invasione è certamente della Russia, e per questo va condannata con fermezza, ma la responsabilità politica che a tale invasione ha condotto è sicuramente in gran parte da attribuire all’UE e alla NATO che hanno sconsideratamente cercato di destabilizzare e mobilitare militarmente il confine immediato della Russia provocandone la reazione, fatto ampiamente prevedibile seguendo il comportamento nella storia delle grandi potenze, come a suo tempo accadde a ruoli inversi nella crisi dei missili tra Cuba e Stati Uniti.

La guerra in casa

Accanto alla guerra vera e propria si apre qui da noi un secondo fronte, quello della propaganda che sia in una direzione che nell’altra mistifica prepotentemente la realtà per garantirsi il supporto della popolazione. Sono ormai fatti noti a tutti la trasmissione di immagini provenienti da videogiochi per descrivere bombardamenti o il riciclo di storie e fotografie risalenti all’inizio della guerra, 8 anni fa, a volte anche cambiando casacca ai protagonisti. Si tratta della medesima propaganda che ha cercato negli ultimi due anni di fornire un’interpretazione unidirezionale della situazione pandemica generando l’accettazione di strumenti simil militari quali il coprifuoco, il green pass e la violenta caccia al disertore. Stesso meccanismo che ora si reitera per propinare senza contenzioso e far passare come volontà popolare la necessità di imporre le più dure sanzioni, il cui potente effetto boomerang è ormai lampante agli occhi di tutti, definendo come nemico del “mondo libero” chiunque osi porre domande sull’interpretazione univoca dei fatti data da stampa, politica e media in toto. A questo si accompagna l’assoluta contraddizione di chi sventolando la bandiera della pace invoca l’invio di contingenti militari e di attrezzature di guerra per sostenere la continuazione degli scontri e favorire il perdurare dello stato di guerra. Intervento che già accade sotto i nostri occhi con l’invio di droni e aerei dalle basi siciliane NATO di Sigonella e Niscemi (Muos) che di certo non vanno a rilasciare volantini per la pace ma a infliggere ulteriori sofferenze alla popolazione di cui ci proclamiamo difensori. Non è di sicuro arruolando mercenari in Italia che si raggiunge la pace bensì con l’invito al dialogo tra le parti e il sincero interesse per la ricerca di un equilibrio tra le potenze in gioco nella sicurezza europea. L’annientamento anche solo economico del “nemico”, come viene in questi giorni invocato da esponenti europei e NATO, non può che portare all’esacerbazione delle tensioni e al rischio di una guerra aperta tra i due schieramenti i cui esiti non sono nemmeno immaginabili. Senza dialogo con la Russia non c’è pace in Europa. Sul fronte politico italiano non possiamo, tristemente, dirci sorpresi della surreale situazione per cui il nostro governo ha proclamato, in contemporanea a quello pandemico, un secondo stato di emergenza per fronteggiare la crisi ucraina con termine il 2022. Lucidamente possiamo dire, come denunciamo da mesi, che da un’emergenza all’altra e da una guerra all’altra che sia contro un virus, contro i novax o contro un paese, le nostre democrazie occidentali avanzano imperterrite nel processo di accentramento del potere facendo dello stato d’eccezione la normalità; del glossario bellico, come lasciapassare e coprifuoco, abitudine, e della polarizzazione nemico/amico la forma mentis di qualsiasi cittadino. I media rispondendo sull’attenti non hanno infatti mancato al loro compito, passando senza indugio e a reti unificate dalla terroristica narrazione sul covid con relativa caccia all’untore e vessazione del non vaccinato, alla difesa sensazionalistica del “mondo libero e democratico” con relativa caccia al filo-putin e vessazione dell’uomo russo.

Come conseguenza di questa campagna mediatica stiamo assistendo all’inizio di una sorta di “psicosi anti-russa” che sta colpendo molti eventi culturali di artisti russi, che riporta alla mente le peggiori propagande di guerra e di censura del secolo scorso. Ad esempio, al cinema Massimo di Torino è stata annullata una rassegna in omaggio al regista russo Karen Shakhnazarov per “solidarietà al popolo ucraino”, a Bari è stato cancellato il concerto dell’orchestra del teatro Mariinsky di San Pietroburgo mentre a Milano sarà con ogni probabilità impedito al maestro russo Valery Gergiev di dirigere alla Scala lo spettacolo “La dama di picche”. Anche le università, luoghi un tempo del libero pensiero, che a stento possono essere ancora definiti tali, non scampano a questo meccanismo. L’università Bicocca ha infatti sospeso le lezioni del professor Paolo Nori che avevano come tematica i romanzi di Dostoevskij, a quanto pare reo anche egli, anche se morto più di 140 anni fa, di non essersi dissociato dalle azioni di Putin; salvo poi fare un’imbarazzante retromarcia dovuta alla tempesta mediatica che ha colpito l’istituzione. Capitali spesi per la guerra e non per altro, come istruzione o sanità, basi militari fatte usare alla Nato, propaganda mediatica unidirezionale, censura artistica e disciplinamento. In questa strategia generale di sottomissione e di controllo sociale è lampante come possa calzare a pennello uno strumento come il green pass perfettamente funzionale al silenziamento del dissenso. Queste sono le conseguenze della guerra sul fronte interno, che riguardano la vita materiale di ognuno di noi, che dobbiamo aver bene presente e che possiamo combattere nel pratico oltre a manifestare contro il nostro intervento in tale conflitto.

No alla guerra!

No ad armi e sanzioni!

No green pass!

Studenti contro il green pass – Milano

30 commenti su “COMUNICATO STUDENTI CONTRO IL GREEN PASS MILANO SULLA GUERRA IN UCRAINA”

  1. Bravi ragazzi!
    Lucida e critica narrazione degli avvenimenti, aiuterà molti ad ampliare i propri orizzonti.
    Gli slogan volti al positivo sono molto efficaci: Sì alla Pace, sì alla Libertà! ❤

  2. In mezzo a tanta ipocrisia, ogni tanto emerge limpido un pensiero ancora libero. Sono felice che ci sia ancora qualcuno non assoggettato al GRANDE FRATELLO americano. Io spero ardentemente che questi ormai troppo poche menti libere salvino le future generazioni dal Matrix a cui gli USA ci stanno portando. Sono con voi. Ora e sempre.

  3. Ragazzi complimenti siete il nostro futuro , vi siete dimostrati più saggi di tanti politici. Complimenti.
    Siate sempre imparziali nei giudizi. Fate bene a non seguire il “pensiero unico ” la politica Americana sta esportando solo ignoranza e distruzione sia economica che culturale .

  4. Complimenti per una così lucida analisi. Forza ragazzi pretendete un futuro democratico! Avrete tutto il nostro appoggio.

  5. Siete il futuro dipende molto da voi e dal vostro comportamento non mollate andate avanti e difendete il vostro diritto di libertà o altrimenti sarà la fine della democrazia

  6. Tutti dovrebbero manifestare contro il green pass, un imbroglio di stato, introdotto come salvifico per vombattere il virus, ma di fatto una sospensione dei diritti intangibili,subordinati ad una spunta verde. Il giorno in cui ognuno di noi trasformato in un codice a barre, dovesse essere moroso o considerato fastidioso per qualsiasi ragione, il grande burattinaio potrà spegnere il suo green pass è quella persona smetterebbe di esistere. Prima lo capiranno in tanti meglio sara’ , per opporsi , contestarlo e disattenderlo, chiedendone immediatamente abolizione.

  7. Bravi, ragazzi. Avete una lucidità mentale incredibile. Un analisi perfetta del problema…a differenza di tutti i nostri “governanti”.
    Confidiamo in voi, per un futuro migliore.

  8. Scalda il cuore vedere che esiste ancora una nicchia di studenti pensanti, non assoggettati e manipolabili, come la maggioranza dei ragazzi attualmente. Siete una flebile speranza per il futuro..Non mollate!

  9. Complimenti ragazzi,
    è un grande piacere vedere che ci sono giovani menti che riescono ancora a vedere il mondo e a interrogarsi su esso, non arrendetevi.
    Un saluto.

  10. Bravi Ragazzi voi che con tenacia e amore state difendendo da mesi la Libertà,allo studio ,al vivere la vostra giovinezza.
    Avete spiegato con parole semplici l’orrore di cosa sta succedendo.Due anni di bugie e ora anche la guerra.
    No alla guerra Sempre🙏
    No al green pass
    Sì alla verità
    Vi abbraccio e sono con voi.Non mollate💓

  11. Condivido assolutamente. È molto rincuorante sapere che ci sono giovani pensatori che non si fanno abbindolare dalla propaganda!

  12. Bravissimi/e,
    Continuate così, continuate a ragionare con la vostra testa e non fatevi mai corrompere dalla Matrix. Analisi che non fa ‘na piega. 👏❤

  13. Voi siete il futuro. Questa proiezione in orizzonti di speranza mi consola del lavoro di docente e dirigente di un liceo. So che la mia vita non è stata spesa invano se dai tanti e gratuiti sacrifici fiorisce la sete di VERITÀ, di GIUSTIZIA e perciò di PACE.

  14. Ragazzi, sono con voi al 100%. Il grande Gaber diceva “io non mi sento Italiano, ma per fortuna o purtroppo, lo sono”. In questo caso, sapere che ci sono giovani come voi, con un’anima libera, mi fa sentire fortunato di essere italiano. Grazie

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