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Il nostro intervento alla manifestazione del Primo Maggio a Padova



Il Coordinamento Nazionale comunica quanto segue:

Poco più di un mese fa abbiamo moderato* una Tavola Rotonda durante la manifestazione del primo maggio a Padova, organizzata dai Movimenti di Resistenza Costituzionale. Abbiamo sperato che quel confronto, dopo la tragicità dei due anni trascorsi e in vista dei prossimi, fosse l’inizio di un percorso unitario delle tante forze politiche che occupano il panorama dell’opposizone.
Non abbiamo ricevuto risposte a quelle domande e quindi le riproponiamo all’attenzione di tutti.
Consci della disastrosa situazione in cui si trova il nostro Paese e delle ancor più allarmanti prospettive future, noi giovani, studenti e lavoratori, non vogliamo certo dare lezioni di politica alle dirigenze dei partiti in gioco.
Ma proprio perché noi giovani e perché esse dirigenze ci aspettiamo l’esempio di saggezza e responsabilità che la situazione impone e che la nostra generazione non ha visto, e proprio per questo la disprezza, ne è delusa e la ignora, nella “politica” istituzionale.

Di seguito il testo del nostro intervento:

“Sappiamo che negli ultimi anni il neoliberismo ha travolto anche la politica e ha distrutto i grandi partiti di massa, che hanno lasciato spazio a micropartiti con un forte senso identitario, spesso non giustificato da reali divergenze nella visione del mondo e in un possibile programma di governo.

Quali sono, tra i presenti, le differenze politiche sostanziali, da un punto di vista di posizionamento nel conflitto sociale che impediscono l’unione in forma di fronte popolare o addirittura partito (ricordando che nei grandi partiti novecenteschi esistevano le correnti)? Quali sono gli ostacoli, i rancori, le cose che possono essere risolte. Considerate che la gente non vi premierà se procederete divisi. È una questione di serietà e responsabilità, perché qui nessuno può concedersi il lusso di sperare in un colpo di fortuna per sé stesso, alla prossima tornata elettorale. Superare da soli la soglia di sbarramento: per far cosa, poi? Le elezioni non sono un fine, sono un mezzo per dar forza alla lotta e raggiungere così i nostri obiettivi.

Non dimentichiamo che a fine estate ci sarà il ritorno alla carica del governo con le sue politiche securitarie, con le quarte e le quinte dosi, gli obblighi sul lavoro, che per le categorie sanitarie non sono cessati, tutt’oggi ci sono lavoratori ricattati e sarà così fino al 31 dicembre, con la complicità dei sindacati confederali. Lo stesso Green Pass non è abolito, è solo rimodulato, pronto a essere usato a piacimento dei lorsignori. C’è una grande crisi sociale ed economica pronta a manifestarsi in qualunque momento. Oltre a tutto ciò, come sappiamo, sullo sfondo c’è il rischio di una terza guerra mondiale. Perciò dobbiamo essere all’altezza di queste sfide spaventose, e dobbiamo pensare per così dire a cementificare la resistenza adesso, coinvolgendo l’unica vera opposizione degli ultimi due anni, che sono stati proprio i coordinamenti no green pass qui presenti. Noi pensiamo che l’unità non sia un mero progetto politico, ma una necessità storica, e vi chiediamo di fare il salto di qualità, e di farlo adesso, altrimenti riceverete solo sfiducia e indifferenza, anche tra i giovani.

Siamo stati in tutte le piazze d’Italia, anche noi studenti, e abbiamo visto da vicino che l’unità politica rappresenta un’istanza delle piazze. A seconda del luogo ci sono state, ci sono già collaborazioni tra la società civile, i movimenti no green pass e Ancora Italia, o Italexit, 3V, Liberiamo l’italia, Riconquistare l’Italia, FTR, Alternativa, ecc., e questo perché le piazze hanno compreso che la nostra è una battaglia epocale, di liberazione nazionale. Allora vi chiediamo cos’è che impedisce ai direttivi nazionali di fare ciò che a livello locale si fa già: l’unione.

Ora, a titolo puramente personale, dico solo quest’ultima cosa: in assemblea costituente si ritrovarono a collaborare forze molto diverse tra di loro, tra cattolici, democristiani, socialisti, comunisti, e non è che fosse più facile far andare d’accordo loro rispetto a voi.

La straordinarietà di quel momento storico li costrinse a una prova di grande maturità. Oggi noi attraversiamo un momento storico altrettanto straordinario, ma vedo che manca quella maturità, forse perché non abbiamo ancora capito, per un lato, che dall’altra parte non abbiamo dei semplici avversari politici, ma brutali assassini, e per l’altro lato, che questa è la battaglia civile più importante della storia della Repubblica italiana, e che la nostra lotta non è nulla se non è, anzitutto, lotta rivoluzionaria. Qualcosa su cui riflettere. Grazie”

*Marco Zuccaro di Studenti contro il Green Pass del Salento

2 commenti su “Il nostro intervento alla manifestazione del Primo Maggio a Padova”

  1. Se avessero davvero a cuore la sorte di noi poveri diavoli che, in nome della libertà, giustizia, responsabilità, abbiamo patito di tutto esclusione, solitudine, derisione, perdita di lavoro ecc. Troverebbero un’intesa. Il problema è sempre la sete di protagonismo e di potere personale. Dai che sulle idee uno straccio di compromesso si trova sempre quando c’è la volontà di farlo.

  2. Se avessero davvero a cuore la sorte di noi poveri diavoli che, in nome della libertà, giustizia, responsabilità, abbiamo patito di tutto esclusione, solitudine, derisione, perdita di lavoro ecc. Troverebbero un’intesa. Il problema è sempre la sete di protagonismo e di potere personale. Dai che sulle idee uno straccio di compromesso si trova sempre quando c’è la volontà di farlo.

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