
Il 19 aprile 2022 il Sindaco di Pisa ha firmato una nuova ordinanza per vietare l’uso di strumenti di amplificazione sonora (casse, amplificatori di ogni tipo) e acustica, fino ad arrivare al divieto di qualsiasi strumento musicale (a partire da innocui ukulele fino ad arrivare a chitarre o tamburi) in alcune fasce orarie.
Questa nuova ordinanza viene calata dall’alto, sulle nostre teste, sui nostri corpi, sui corpi di migliaia di giovani e di studenti che si vedono un diritto imprescindibile, come quello alla socialità, nuovamente negato, o comunque fortemente compresso.
Questa ennesima ordinanza si colloca in un clima malsano di restrizioni sempre più gravi. Negli ultimi anni abbiamo assistito alle ordinanze più stupide e becere che si possano immaginare – certamente tutti ricordiamo la famosa ordinanza antidegrado per la quale ci siamo visti negata anche la possibilità di sedere a terra, nelle vie della nostra città.
Ormai è prassi ben consolidata negare ai cittadini e cittadine tutta una serie di diritti che sempre avremmo invece voluto dare per scontato.
Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al vero degrado, che è fatto di isolamento, di solitudine, di distanze e di silenzi.
Non possiamo più accettare, dopo due anni in cui siamo stati rinchiusi all’interno di quattro mura, che ci chiedano di fare eternamente silenzio.
Il diritto alla socialità sta nelle nostre mani, nelle nostre voci, nella nostra voglia di stare assieme.
Non possiamo non rilevare come le piazze e le strade sono e rimangono i luoghi cardine della comunità, veramente aperti e attraversabili da chiunque anche nei momenti più bui di repressione e atomizzazione della popolazione e hanno rappresentato in questi mesi l’unico luogo che non ha portato all’aggiunta di ulteriori fratture tra la popolazione.
Non possiamo, inoltre, non rilevare come tutti i meeting, le riunioni, gli appelli, gli studi dei vari enti pubblici, dal Comune all’Università, sulla salute e il benessere dei giovani non siano che specchietti per le allodole e modi per pulirsi la coscienza senza alcun vero interesse per la tematica. Se in questi anni di gestione emergenziale Covid-19 si è assistito, infatti, all’aumentare dei casi depressivi all’interno della popolazione giovanile, con la socialità compromessa e sacrificata sull’altare del contenimento del contagio, anche ora le stesse categorie che vengono sacrificate e represse sono e restano quelle giovanili, derubate ancora una volta dei propri tempi e dei propri spazi, a favore degli interessi per lo più economici di pochi.
Per tutto questo, mossi da questa consapevolezza, a due mesi dall’ultima inutile e dannosa ordinanza, ci troveremo in Piazza dei Cavalieri venerdì 17 giugno per goderci la nostra arte, la nostra musica, la nostra reciproca compagnia.
Nessun invito, ma a chiunque il benvenuto con la propria arte e la voglia di stare in compagnia perché le piazze non appartengono a nessuno ma sono di ogni persona che le vive e le attraversa!