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Comunicato del Coordinamento Nazionale – Sull’estradizione di Julian Assange


WikiLeaks founder Julian Assange gestures during a press conference inside the Ecuadorian Embassy in London on August 18, 2014 where Assange has been holed up for two years. WikiLeaks founder Julian Assange said Monday he would “soon” leave Ecuador’s embassy in London but his organisation played down the comment, saying he would not depart until there was an agreement with Britain’s government. Assange took refuge in June 2012 in the Ecadorian Embassy to avoid extradition to Sweden, where he faces allegations of rape and sexual molestation, which he strongly denies. AFP PHOTO / POOL / JOHN STILLWELL (Photo credit should read JOHN STILLWELL/AFP/Getty Images)

Il Regno Unito ha ufficialmente dato il suo assenso, perciò è solo questione di tempo: Julian Assange verrà estradato negli Stati Uniti, ove finirà il resto dei suoi giorni rinchiuso in una cella. Nessuno ha mai realmente sperato che gli inglesi si opponessero alla richiesta di Washington: le cose sono andate come ampiamente previsto.

In un mare di menzogne, ipocrisie e sottotrame, l’uomo che più di ogni altro ha fatto per la libera informazione e la ricerca della verità viene ucciso fisicamente e moralmente da quello stesso occidente solito proclamare sé stesso come ultimo baluardo dei diritti umani. E tuttavia sappiamo che le cose stanno diversamente: in occidente si è liberi soltanto finché non si diviene scomodi, il che significa che non si è liberi affatto. Julian non è che un esempio, il più noto, di come i giornalisti vengano costretti al silenzio dal totalitarismo di matrice anglosassone.

Tra quaranta o cinquant’anni egli sarà probabilmente ricordato come un eroe; ma per ora è un fantasma, un condannato a morte. La sua vicenda segna una pagina di infamia assoluta, che si è scritta con la complicità di tutte “le democrazie” dell’ovest.

Vergogna, vergogna, vergogna

Il Coordinamento Nazionale di Studenti contro il Green Pass

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